STORIA E STRUTTURA
“Che le vicende storiche del ‘600 abbiano trasformato le modalità di progettare e realizzare i manufatti architettonici nel meridione e, in particolare nel feudo di Mesagne, è un evento culturale storicamente acquisito. (…) La vittoria indiscussa e trionfante della controriforma porta ad un vasto disegno di consolidamento delle decisioni post-tridentine attraverso un programma edilizio culturale e religioso di enorme portata, trasformando simultaneamente e uniformemente usi e costumi di intere regioni e città.
Nel sud d’Italia, come nel resto della penisola, trova attuazione questo indirizzo con la costruzione di nuove chiese, santuari, conventi e collegi. (…) In questo ambiente culturale e religioso si inserisce la volontà popolare di costruire il Santuario di Mater Domini che segna l’avvio dei molteplici lavori.
L’impianto planivolumetrico si rifà a schemi tardo cinquecenteschi. La cupola (1689-’97), voluta dal vescovo di Brindisi Ramirez, si innesta sui quattro parallelepipedi della croce greca con un tamburo dentato da otto elementi compositi di chiara derivazione barocca.
Con la sua mole, domina ancora oggi il paesaggio di Mesagne a trecento anni di distanza. (…) La pianta a croce greca, teorizzata ed eseguita dai maggiori architetti del Rinascimento italiano, si configura come la più idonea a far sorgere all’esterno della città un luogo di culto(…) per la pianta, bisogna far riferimento al secondo rinascimento; per la cupola al periodo barocco (…) nel Salento testimonianze simili sono scarse al contrario di quelle barocche che hanno trionfato dappertutto.
Scrive S. Profilo: “… mandarono a chiamare da Cupertino l’ing. Michele Profilo… fece il disegno che piacque a tutti…La tradizione non si può verificare…i Profilo vennero a Mesagne circa l’anno 1540…” (1)
Scrive A. Profilo: La chiesa di Mater Domini,…a croce greca, formata di quattro quadrati ai lati del quadrato di mezzo…a una certa altezza si eleva un cilindro, su questo una parabola o cupola,…coverta di mattoni vario-pinti, sul vertice…un altro cilindro di forma più piccola, su questo un’iperbole indi una sfera e su questa, la croce…Si diede cominciamento alla nuova Chiesa e nel 1605 essa fu compiuta, tranne la cupola. ” (1)
Allo scopo di edificare la cupola “l’arcivescovo Francesco Ramirez (1689-97) costituì un’apposita confraternita, composta da contadini, detta degli Schiavi di Maria, che supervisionò i lavori e si prodigò per reperire i mezzi finanziari per la grande impresa. Il pio sodalizio ebbe cura di solennizzare l’annuale festa, nella domenica successiva la Pasqua: “mercé alla loro puntualissima diligenza la festa annuale si fa con gran splendore, e magnificenza, concorrendovi anche moltissimi forestieri, non solo da vicini, ma anche da lontani paesi”. Si può ritenere che nella progettazione abbia avuto ruolo non secondario Salvatore Miccoli di Lequile (Le), esperto nella costruzione di edifici a pianta centrale con cupola.
Le peculiarità formali della pianta e dell’alzata sino all’imposta del tamburo trovano non casuali riscontri nel coevo panorama salentino. Nella cupola chiaro pare il riferimento, come avviene in tutto il Salento, alla tradizione napoletana per le paraste che terminano con volute, le finestre timpanate per il tamburo, l’estradosso solcato da nervature che finiscono sulla lanterna. La pianta del santuario è inscritta in un quadrato i cui assi medi coincidono con i quattro punti cardinali e simboleggiano la croce e il sacrificio del Cristo; l’impianto centrale, il cilindro e la cupola rappresentano l’ascensione verso la volta celeste”. (2)
“In fondo alla via Maia Materdona, ubicato all’estremità sud orientale dell’abitato, sorge il Santuario di Mater Domini, uno dei più pregevoli edifici sacri esistenti in Mesagne. Esso fu realizzato dall’ing. Michele Profilo, probabilmente su un modello della scuola “romana”. Il Santuario, a croce greca, s’innalza con chiare figure geometriche distinguendosi dalle altre fabbriche di questo periodo. I suoi elementi costitutivi sono stati ripresi dal Miccoli nella chiesa di S. Vito Martire in Lequile.(…)
La facciata è tripartita e presenta al centro un portale architravato sormontato da un timpano spezzato dove è sistemato, in un secondo piano arretrato rispetto al corpo di fabbrica, un dipinto della Vergine col Bambino.
Nel piano intermedio della facciata, fra il piano del dipinto ed il portale, si nota un arco ribassato in conci di carparo che ha solo funzione statica.Sempre nell’ordine inferiore vi sono, ai lati, due nicchie con statue provenienti dall’ex Convento dei PP. Cappuccini. (…)
L’ordine superiore, anche esso tripartito, presenta sulle lesene centrali due sculture di angeli ed al centro, in asse col portale, un’elegante finestra con vetrata. Anche in quest’ordine si cercò, forse nello stesso periodo, di apportare delle modifiche. Infatti la lesena di sinistra, risulta arrotondata verso il centro del monumento, mentre quella di destra è perfettamente squadrata: testimonianza di un intervento iniziato e non completato. I due ordini, di stile ionico, sono sormontati da un fastigio nel cui corpo centrale emerge la scritta, con le lettere A-M sovrapposte, “Ave Maria”.
Scrive A. Profilo: La chiesa di Mater Domini,…a croce greca, formata di quattro quadrati ai lati del quadrato di mezzo…a una certa altezza si eleva un cilindro, su questo una parabola o cupola,…coverta di mattoni vario-pinti, sul vertice…un altro cilindro di forma più piccola, su questo un’iperbole indi una sfera e su questa, la croce. ” (1)
L’interno molto luminoso e arieggiato, oltre all’altare principale, ne presenta altri quattro sistemati ai lati del braccio trasversale. (1)
Abside Est
Abside Nord
Abside Sud
Nell’Abside Ovest
Tele non ancora catalogate
Nei pinnacoli della cupola troviamo dipinti di autore ignoto, i quattro evangelisti
Statuaria
Bibliografia e sitigrafia:
“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”
(1) A. Bellanova – A. Nitti, Centro Studi G.Antonucci- Mesagne, Il Santuario di Mater Domini, Mesagne. Ed. Grafischena Fasano, Mesagne 1993