La chiesa del Ss. Crocifisso è ubicata in via Maya Materdona, poco distante dal Santuario di Mater Domini. È conosciuta anche come chiesa di San Cataldo. Lo storico locale Pietro Vinaccia parla così dell’edificio di culto: «Poco discosto dalla chiesa andando verso la terra trovasi a destra della sopranominata strada di Lecce la cappella del Santissimo Crocifisso, consistente in una stanza grande coverta da canonizzata e tetto a due penne con mastro arco nel mezzo, in testa della quale sta altare di fabbrica con due ordini di gradini sopra dei quali poggia una conetta di legname con gelosia avanti, dentro di cui vi si conserva il Santissimo Crocifisso di legno e vi si celebra quasi ogni giorno, ed alli tre di maggio vi si fa solenne festa».
Edificata alla fine del XVII secolo con le offerte dei fedeli, la chiesa del Ss. Crocifisso è stata edificata in stile barocco. Durante il corso del XVIII secolo si insediò la Confraternita che ampliò la chiesa e coprì la volta. La facciata, così come possiamo ammirarla oggi, è stata fatta realizzate nell’ottocento dalla Confraternita. Nell’edificio sacro ci sono delle nicchie in cui sono conservate le statue della Via Crucis che vengono portate in processione per le vie della città la sera del Venerdì Santo e quella dell’Addolorata. Nella chiesa c’è un olio su tela del 1780 del pittore locale Domenico Pinca (1764 – 1813) che raffigurante il Ritrovamento della vera croce da parte di Sant’Elena, madre di Costantino Magno. Sull’altare a destra c’è la tela di san Cataldo, patrono di Taranto, ritratto in abiti episcopali, ai lati due figure angeliche. L’autore della tela è un certo Ronzini del quale non si conosce alcun dato biografico.
La Sacra Congregazione del Concilio ha autorizzato in data 17 febbraio 1912 la vendita dei suoi del giardino della chiesa. Come riportano i documenti custoditi nella Curia Arcivescovile di Brindisi, la vendita fu eseguita il 7 settembre dal rettore della Confraternita del Ss. Crocifisso, don Luigi Perrucci, con il consenso del Vicario Foraneo, il canonico Angelo Priore. Lo storico Antonio Profilo scriveva a proposito di questa chiesa: «Circa gli ultimi anni della prima metà del secolo XVII una tale Caterina Rali […] avendo per molti e molti anni dimorato in questa chiesetta ed avendo a spizzico raccolto l’obolo dei credenti, edificò la nuova chiesa. Fu poi nei principi di questo secolo ampliata dal lato di mezzodì e fu coverta di volta, dopo che ivi la confraternita del Crocifisso s’insediò o meglio fu riconosciuta da regio assenso che ne approvò lo statuto (anno 1764). Di notevole in questa chiesa è l’antichissimo affresco, nel maggiore altare, rappresentante l’Ecce Homo, pittura di pregio incontrastabile».
Nel giardinetto del complesso della Chiesa del Ss. Crocifisso c’è anche il Calvario che forma un tutt’uno con la struttura e dove troneggia la statua del Cristo morto in pietra. All’inizio del XIX secolo il Calvario si trovava nei pressi della Chiesa di Mater Domini, il Profilo lo aveva definito “antico, assai meschino ed incomodo”. Nel 1828 è stato costruito un nuovo Calvario grazie alle offerte raccolte dai Padri Missionari di Oria che erano venuti a pregare a Mesagne all’inizio della strada che conduce alla stazione ferroviaria. L’opera venne demolita nel 1888 perché la città iniziava ad espandersi e ricostruita dove oggi c’è la colonna votiva della Madonna del Carmine. In una riunione consiliare del 1892 venne proposto di spostare la colonna votiva da Piazza IV Novembre in un altro luogo e tra i vari suggerimenti giunse anche quella di metterla al posto del Calvario che venne definitivamente rimosso e collocato in Via Maya Materdona, nei giardinetti della Chiesa del Ss. Crocifisso.
Fonti: ItriaBarocco.net – Prima Pagina Mesagne