Il seme della carità non germoglia con un like

Pubblicato giorno 9 agosto 2018 - In home page, Notizie

184 like sullo stato di Don Pietro che invitava tutti alla Santa messa di questa sera per ricordare i fratelli migranti morti negli incidenti a Foggia, una ventina i presenti, pure di meno se escludiamo il gruppo delle signore che non se ne perdono una, nemmeno a Ferragosto. Forse il problema è questo: è estate. Fa caldo. In chiesa mica c’è l’aria condizionata. Tra i banchi però c’erano anche i “volti nuovi” di chi ha sfidato l’afa, e ha accolto l’invito di Don Pietro.

La Chiesa oggi celebra la memoria liturgica di Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, vittima della shoah insieme alla sorella. Nel 1998 papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata Santa e l’anno successivo, compatrona d’Europa. In quell’occasione il Papa ha detto: «La sua immagine di santità resta per sempre legata al dramma della sua morte violenta: dichiarare oggi Edith Stein compatrona d’Europa significa porre sull’orizzonte del vecchio Continente un vessillo di rispetto, di tolleranza, di accoglienza, ma è necessario far leva sui valori autentici, che hanno il loro fondamento nella legge morale universale, inscritta nel cuore di ogni uomo. Un’Europa che scambiasse il valore della tolleranza e del rispetto universale con l’indifferentismo etico e lo scetticismo sui valori irrinunciabili, si aprirebbe alle più rischiose avventure e vedrebbe prima o poi riapparire sotto nuove forme gli spettri più paurosi della sua storia».

Una coincidenza? Dio è un artista, fa tanti disegni, ma questi sono solo casi e situazioni che ci fanno riflettere come cristiani che hanno lo sguardo aperto sul mondo. “I nostri fratelli”, ha detto Don Pietro, “sono morti nella solitudine”. È preoccupante quello che accade in questi giorni, non ci sono solo le morti dei braccianti tra le notizie di cronaca, aumentano le aggressioni nei confronti degli stranieri e “occorre recuperare il rispetto per l’altro, partendo dai più piccoli, nelle nostre comunità”. “Come cristiani chiediamo speranza per noi e per chi ci governa. La parola di Dio – ha aggiunto – sa di giustizia, verità e legalità, che ci illumini e apra il cuore alla carità e alla speranza”.

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Don Pietro, alla fine della messa, ha invitato Francesco Rogoli, segretario del Partito Democratico di Mesagne, ad intervenire. Francesco ha detto che è importante “moltiplicare questi momenti, senza scoraggiarci”. Proprio ieri abbiamo ricordato gli italiani vittime del disastro di Marcinelle (8 agosto 1956) e Francesco invita a “trovare le virtù dentro la storia del nostro Paese, di immigrazione e speranza” perché “non c’è muro, non c’è odio che possa fermare questa speranza” e ha esortato a “non perdere la consapevolezza di quello che c’è intorno a noi”. Apriamoci agli altri, non restiamo indifferenti!

p.s. Meno like e più presenze. Solo così il seme della carità può germogliare! Don “Social” condivide il suo ufficio con tutti quelli che hanno idee e voglia di coltivare progetti.