Recensione “La mia vita capovolta”, romanzo di Don Cosimo Schena

Pubblicato giorno 25 novembre 2018 - In home page, Notizie

Lunedì 3 dicembre 2018 alle ore 19 presso il salone “Beato Allamano” della parrocchia di Mater Domini in Mesagne ci sarà la prima presentazione del romanzo di Don Cosimo Schena “La mia vita capovolta”, edito da YouCanPrint. Fare la recensione di un libro, così come una presentazione non è semplice, perché il pubblico non ama gli spoiler e si cade facilmente nei soliti luoghi comuni del tipo: “È un libro che si legge in un pomeriggio”, “È un libro leggero con un significato profondo”, eccetera. La verità è che “La mia vita capovolta” si legge davvero in un pomeriggio, soprattutto se appartenete al genere “divoratori” e non volete lasciare i libri a metà perché siete curiosi di arrivare alla fine. Don Mino è “uno che studia”, la biografia sul suo sito personale dice tutto, teologo, filosofo con un curriculum da paura che fa impallidire chiunque. È arrivato a Mater Domini lo scorso anno e, presa dall’entusiasmo di potermi confrontare con un Don “scrittore” ho acquistato il libro “La croce è la nostra patria – Simone Weil e l’enigma della croce”, non mi vergogno a dire che mi sono fermata alla prefazione. Poi è arrivato il romanzo “La mia vita capovolta” che mi ha conquistata sin dalle prime righe perché è scritto in prima persona.

La penna di Don Mino è così delicata e leggera che Mario non è solo il protagonista del romanzo, Mario sei tu che leggi, egoista ed egocentrico all’inverosimile, insoddisfatto e smanioso di cambiare vita. A Mario si presenta un’occasione unica e irripetibile: un incidente. Ho promesso che non avrei fatto spoiler, quindi cerco di spiegare come è strutturato il libro. Avete presenti i diagrammi di flusso che ci facevano fare a scuola le maestre? Quelli con un riquadro centrale più grande e tante frecce… “La mia vita capovolta” si sviluppa in questo modo, al centro c’è l’incidente di Mario, poi ci sono altri blocchi con viaggi alla ricerca della felicità, persone con cui il protagonista interagisce e parole chiave come “Coraggio” e “Conforto”, le altre che conoscerete solo approcciandovi alla lettura del romanzo perché c’è un filo rosso che le collega. Mario cammina a braccetto con l’inquietudine e indossa tante maschere per adattarsi ad un’esistenza che gli sta sempre troppo stretta, ovunque si sposti (Mario va a vivere in tanti posti diversi, minuziosa la descrizione dei luoghi). Il male di vivere di Mario è anche il nostro, siamo diventati così ciechi che non riusciamo più a vedere la bellezza che è intorno a noi. Ci sono alcuni aspetti del romanzo che discuteremo alla presentazione, per esempio il finale che a me non ha strappato un sorriso e nemmeno una lacrima, ma una smorfia. Mi sono anche arrabbiata. Però ho capito che la felicità a volte è proprio sotto il nostro naso e non serve raccontarsi delle storielle per affrontare il male di vivere, ma cambiare prospettiva.

F.M.